lunedì 9 marzo 2015

Mondadori e RCS devono assumere i co.co.pro

A partire dal prossimo 1° luglio RCS Libri, per ordine dell'Ispettorato del Lavoro, si è impegnata a trasformare i contratti di 21 lavoratori a progetto in contratti a tempo indeterminato. Mondadori invece ha annunciato che farà ricorso contro questo verdetto dell'Ispettorato (che pure la riguarda). Un verdetto che, riconoscendo dopo quasi due anni di ispezioni, la piena illegalità dei Co.co.pro largamente utilizzati e "abusati" nelle aziende editoriali, ha intimato alle due capofila del mercato librario di sanare le situazioni dei precari impiegati con contratti fasulli.
Due atteggiamenti di segno opposto; forse perché Mondadori e RCS Libri hanno appunto interessi opposti nell'operazione che agita il mondo editoriale (l'acquisizione di RCS Libri da parte di Mondadori) e che, se conclusa, dovrebbe portare la casa editrice di Segrate a diventare il dominus incontrastato del mercato editoriale con una quota di mercato di circa il 40 per cento.
Mondadori infatti, fiduciosa di poter concludere l'acquisto dell'azienda concorrente (costretta a fare cassa a causa della pessima gestione che l'ha ridotta sul lastrico), non intende farsi carico di altri dipendenti (i suoi precari eventualmente regolarizzati per ordine dell'Ispettorato del Lavoro) né tantomeno intende accollarsi quelli di RCS Libri.
E RCS Libri, se vuole concludere al meglio l'operazione, ha tutto l'interesse (bieco) ad alleggerirsi in fretta dei suoi precari liquidando le rispettive vertenze entro il 29 maggio, data di scadenza del periodo di esclusiva concesso a Mondadori per approfondire termini e condizioni dell'operazione.
Quel che è certo è che ora si è messo in mezzo l'Ispettorato del Lavoro con la sua richiesta di regolarizzare i precari nei due grandi gruppi editoriali. Come? Se Mondadori non ne vuole sapere, per RCS Libri c'è anche l'opzione della conciliazione (i suoi 21 lavoratori a progetto hanno ricevuto in questi giorni dall'Ispettorato la convocazione per dare il consenso al tentativo di conciliazione). In caso di assunzione, invece, la questione potrebbe complicarsi: trattandosi di situazioni lavorative ante Jobs Act, il contratto di assunzione di chi lavora da anni con continuità, e come un dipendente, nella stessa azienda sarebbe giusto che fosse retrodatato, quindi ricadere sotto il vecchio regime, col riconoscimento della parte normativa (quel che resta dell'art. 18), economica (differenza di stipendio, tredicesima, TFR) e previdenziale (contributi) pregressa. Il nuovo contratto "a tutele crescenti" in teoria non dovrebbe riguardare questi lavoratori, ma sembra l'ipotesi più probabile.
Temo quindi che la realtà sarà ben diversa e l'esito, secondo giustizia, di questa vicenda di diritti calpestati non sarà affatto scontato.

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