martedì 4 febbraio 2014

Rivoluzione? Magari... No, grazie

L'ingiustizia sociale, le profonde disuguaglianze, la disoccupazione e la mancanza di prospettive per una vera ripresa (altro che "la crisi è finita", presidente Letta) negli amati/detestati anni '70 avrebbero scatenato la rivolta nelle piazze. Oggi, a parte qualche sporadico sussulto di protesta che non ha mai raccolto ampi consensi, si va in piazza per uno sciopero, un comizio, un concerto, ma non più in tantissimi, e tutti uniti, per "fare la rivoluzione". Eppure i motivi non mancherebbero.
Per Romano Prodi, economista, ex presidente del Consiglio (intervistato due giorni fa da Aldo Cazzullo del Corriere della Sera), "la mancanza di una rivolta sociale si spiega col fatto che la perdita del lavoro oggi avviene goccia a goccia; infinite gocce che fanno molto più di un fiume, ma non fanno una rivoluzione".
Aggiungerei, sempre riferendomi agli anni '70, che allora c'era soprattutto il collante degli ideali, della solidarietà, che teneva unite masse di lavoratori e studenti nelle loro rivendicazioni, che inevitabilmente sfociavano nelle piazze. Oggi gli ideali sono crollati insieme all'ideologia che li sosteneva, l'unità si è persa, gli operai, disoccupati o delocalizzati, stanno scomparendo, gli studenti sono travolti (talvolta purtroppo non solo metaforicamente) dalle macerie della scuola. Chi può andare in piazza? La classe media? La classe media, bastonata, frantumata e sempre più impoverita dalla crisi, dal fisco, dalla precarietà dei suoi figli, non ha progetti se non quello di riuscire a dare una mano a figli e nipoti. Fare la rivoluzione? E con chi? Certo che ci vorrebbe, però.... No, grazie, ho già altro da fare. Si è persa la dimensione collettiva e si agisce ormai solo individualmente, ognuno per sé. Almeno fino a quando ci sarà da parte qualche risparmio.
Ricordo il titolo, ironico e pieno di aspettative, di una commedia teatrale degli anni '70, Arriva la rivoluzione ma non ho niente da mettermi (di Umberto Simonetta). Oggi sarebbe un rassegnato Ho qualcosa da mettermi ma non arriva la rivoluzione.

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