lunedì 8 novembre 2010

Non solo Bondi. Bisogna "sacrificarli" tutti.

Si sfiduci senz'altro il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi per il crollo della "Domus dei Gladiatori" a Pompei (finora sopravvissuta all'eruzione del Vesuvio, ai terremoti e ai bombardamenti), metafora della caduta del sistema che indegnamente governa il nostro Paese. E' un sacrificio necessario per il bene della Patria.
E poi si proceda con gli altri suoi illustri colleghi (quelli con portafoglio) per i "meriti" conseguiti nell'esercizio delle loro funzioni: Franco Frattini, ministro degli Esteri, per non aver mai denunciato l'impossibilità di difendere il prestigio internazionale del nostro Paese, sempre sotto attacco a causa delle "intemperanze" del premier che ci hanno ridicolizzato in tutto il mondo. Angelino Alfano, ministro per la Giustizia, per i tentativi reiterati di mettere il bavaglio alla stampa e di sottrarre il presidente del Consiglio alle patrie galere; Ignazio La Russa, ministro per la Difesa, per le tragiche e fallimentari spedizioni di "pace" dei nostri militari nei punti caldi del mondo; Giulio Tremonti, ministro del Tesoro, per aver reso più poveri gli italiani poveri e più ricchi gli italiani ricchi, per lo scudo fiscale di cui hanno senz'altro beneficiato i piccoli risparmiatori (già messi in ginocchio dai crack Parmalat, Cirio e dai bond argentini), per l'incapacità di raddrizzare la fragile economia del Paese se non a prezzo di tagli indiscriminati a scuola, sanità, ambiente, eccetera; Altero Matteoli, ministro Infrastrutture e Trasporti, per la cocciutaggine con cui difende l'indifendibile progetto del ponte sullo Stretto di Messina, per la regolare assenza di manutenzione che fa deragliare i treni, per la lentezza con cui vengono portati avanti i lavori per mettere in sicurezza e per completare (si sa mai....) l'autostrada Salerno-Reggio Calabria; Maurizio Sacconi, ministro Lavoro e Politiche sociali, per aver approvato politiche industriali che hanno fatto lievitare il ricorso alla cassa integrazione e il numero di disoccupati e precari e per i molti morti sul lavoro che si sono uccisi da soli; Ferruccio Fazio, ministro per la Sanità, per l'ingente acquisto di vaccini inutili l'inverno scorso, il loro smaltimento chissà dove e il degrado-killer di diverse strutture ospedaliere soprattutto nel Sud; Mariastella Gelmini, ministro Istruzione, Università e Ricerca per aver precisamente ucciso con la sua riforma istruzione, università e ricerca. Stefania Prestigiacomo, ministro per l'Ambiente, per aver pianto sui morti della frana di Giampilieri (Messina) e aver detto che era urgente intervenire per sanare il dissesto idro-geologico del nostro territorio. Le sue lacrime hanno finito per inondare il Veneto.
Ma anche i ministri senza portafoglio hanno i loro "meriti": Renato Brunetta, Pubblica amministrazione e innovazione, per non aver ridotto il peso e i costi della burocrazia su aziende e cittadini; Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, per non aver attuato, appunto, le pari opportunità (perché, a parità di qualifica e di mansioni, le donne sono pagate meno degli uomini?) e per non aver difeso, nel suo progetto di legge contro la prostituzione, la punibilità dell'"utilizzatore finale"; Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo, per aver introdotto in politica un somaro come suo figlio Renzo "la trota" invece delle riforme; Giorgia Meloni, ministro per la Gioventù, per aver solo giocato a fare il ministro insieme ai suoi compagni di scuola; Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa, per essere il padre della vigente legge elettorale, da lui medesimo ribattezzata "legge porcata" senza alcuna vergogna (il rossore che normalmente infiamma il suo viso non sembra generato da imbarazzo, ma piuttosto da qualche bicchiere di vino di troppo); Michela Vittoria Brambilla, ministro per il Turismo, per essere riuscita a far retrocedere l'Italia nella classifica dei Paesi preferiti da turisti e villeggianti.
Ci sarebbero altri nomi, ma ho già scritto troppo. Vista la situazione, non si farebbe prima, dico a voi parlamentari del Pd, IdV, Sel, Fli e Udc, a sfiduciare l'intera squadra governativa e il suo capo piuttosto di immolare solo il capro (espiatorio) Bondi? A casa. Mandateli tutti a casa.

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