sabato 28 gennaio 2012

Due proposte per aiutare Monterosso

Monterosso è un bellissimo borgo delle Cinque Terre colpito da una devastante alluvione il 25 ottobre scorso. Tra tutte le iniziative organizzate allo scopo di raccogliere fondi per aiutare il paese a ripartire ne segnalo due che si svolgeranno a breve.
La prima è una notizia "ghiotta". Il prossimo 12 febbraio alle 12.30, allo spazio fiera di Abbiategrasso, un gruppo di cuochi di Levanto offrirà un pranzo tutto ligure con specialità come i gattafin levantesi (una specie di grande gnocco fritto ripieno di erbe fini), le trofie al pesto con patate e fagiolini e il coniglio in casseruola con olive e pinoli. Partecipare costerà solo 20 euro a persona e tutto il ricavato andrà a beneficio della ricostruzione della scuola materna di Monterosso.
Perché i cuochi sono di Levanto e la location è ad Abbiategrasso? Perché le due cittadine appartengono alla rete delle Città slow (città attente alla qualità della vita e al buon cibo), emanazione di Slow food. Insomma, una garanzia per il palato e un'eccellente occasione per dare una mano a chi è in difficoltà. Per prenotazioni telefonare alla Fondazione per la promozione dell'Abbiatense: o2/94692458.
La seconda iniziativa è quella di Miriam Rossignoli, "designer per formazione e fotografa per passione" (come si definisce), nata nelle Cinque Terre da padre italiano e madre olandese.
Il 20 febbraio, dalle 18.30 alle 21, per raccogliere fondi a favore della squadra della Protezione civile di Monterosso intitolata a Sandro Usai (il volontario-eroe cui è dedicata la serata, morto durante l'emergenza delle prime ore dell'alluvione dopo aver portato in salvo alcune persone), Miriam inaugurerà a Milano la sua mostra "Monterossoamare" presso la galleria Open mind by Newoldcamera (via Dante 12, angolo via Rovello). Le immagine esposte metteranno a confronto il prima e il dopo alluvione. Attraverso i suoi scatti l'autrice manifesta la sua volontà di scoprire e capire quale ferita è stata inferta alla sua terra, assumendosi la sua parte di responsabilità e sofferenza.
La mostra proseguirà da martedì 21 a sabato 25 febbraio dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.

venerdì 27 gennaio 2012

Riforma lavoro. Primo: basta ai falsi co.co.pro

Nell'agenda del governo Monti la riforma del mercato del lavoro veniva subito dopo quella delle pensioni. Invece prima del lavoro sono apparse le liberalizzazioni e poi la semplificazione. Tutti temi importanti, certo, ma diventa legittimo pensare che la riforma del lavoro si presenti più difficile del previsto.
Il primo incontro tra il ministro Fornero e le parti sociali non è andato molto bene. Il ministro sembra più incisivo quando può decidere tout court, come ha fatto con le pensioni; quando deve confrontarsi con altri interlocutori appare incerto e titubante, da sicura professoressa la Fornero ridiventa allieva balbettante.
La settimana prossima dovrebbero riprendere le trattative. Sul tavolo ci sarebbero uno, due, nessun progetto. Dipende dalla volontà di affrontare la questione e portarla a termine seriamente e con equità, ripristinando il primato della legalità.
La premessa dovrebbe essere innanzi tutto quella di eliminare gli abusi contrattuali sgomberando il tavolo da un'infinità di contratti fasulli e trasformando, ipso facto, i falsi contratti a progetto (ce ne sono molti che hanno addirittura il requisito della continuità pluriennale con la stessa azienda) in contratti a tempo indeterminato. Basterebbe questo per dare un primo, giusto colpo alla precarietà (non l'ha forse detto anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che bisogna cancellare gli abusi?). Poi, da lì ripartire con l'esame delle nuove proposte di intervento. Il lavoro dovrà pur diventare flessibile, ma deve smettere di essere precario. E' il caso di dire "buon lavoro".

mercoledì 25 gennaio 2012

Non è Schettino il bersaglio di "Der Spiegel"

Il settimanale tedesco Der Spiegel dice che Francesco Schettino, che comandava la "Costa Concordia", è l'italiano medio e che nessun comandante tedesco o inglese si sarebbe comportato così. Io dico: dipende: Se il comandante tedesco o inglese è un cretino si comporta come Schettino. Credo che essere cretini o no non dipenda dalla nazionalità come ha scritto Jan Fleischhauer di Der Spiegel.
Che dire, allora, per restare alla tragedia del Giglio di altri italiani medi, per lo più sconosciuti, che in quel disastro si sono dati da fare rischiando la loro vita per mettere in salvo qualcuno? Un giovane animatore, per esempio, Giovanni Lazzarini, si è vestito da Spiderman per tenere tranquilli i bambini e ne ha messi in salvo otto.
Le generalizzazioni sono sempre sbagliate. E anche i sillogismi tipo: Schettino è un cretino: Schettino è italiano. Gli italiani sono cretini.
In realtà, è evidente, l'obiettivo di Der Spiegel era un altro: tirare una bordata tremenda contro l'Italia (e altri Paesi a noi vicini) affermando che è stato un grave errore averne accettato l'adesione all'Unione Europea (qui, con buona pace di Altiero Spinelli, ma anche di Konrad Adenauer e di Helmut Kohl Der Spiegel si dimentica che l'Italia è stato uno dei Paesi fondatori della Ue) e aver messo insieme culture economiche molto diverse come la nostra, quella greca e quella tedesca. "Basta andare a Napoli o nel Peloponneso senza aver studiato economia", dice Fleischhauer, "per capire che questa moneta unica non può funzionare".
Conosciamo i nostri limiti, ma gli insulti sono solo sgradevoli e inutili, servono unicamente a qualificare chi li fa.

domenica 22 gennaio 2012

Debutto con caduta di stile per Dandini & C.

Ieri, in prima serata, su La7 ha debuttato il nuovo programma di Serena Dandini The show must go off. Uno spettacolo inaspettatamente lento, lungo e noioso. Forse il tentativo di riportare alla luce "il varietà del sabato sera degli italiani" non è stata una buona idea. Il pubblico della Dandini il sabato sera lo passa fuori casa.
Di pessimo gusto, soprattutto perché ci sono state tante vittime, la tiritera satirica cantata da Elio e le Storie tese sul caso del naufragio della "Costa Concordia" e del suo pavido comandante.
Avevo apprezzato la settimana scorsa la decisione della rete e del gruppo Dandini di sospendere il debutto del programma a causa di quella disgrazia. Per coerenza avrebbero fatto bene ieri sera a indirizzare altrove lazzi e frizzi.

giovedì 12 gennaio 2012

Il lato nascosto di Luca


Eravamo numerosi stamattina a dare l'ultimo saluto a Luca Grandori, caro amico e collega con cui in molti abbiamo condiviso un lungo tratto di strada in quella straordinaria esperienza e avventura che è stato negli anni '70 il settimanale Panorama diretto da Lamberto Sechi.
Luca era il più scapestrato del nostro gruppo di giovani. E un po' si compiaceva d'esserlo. Metti una sera a cena lui e Claudio Sabelli Fioretti, il divertimento era assicurato: che coppia formidabile nel farci ridere con battute esilaranti, ironiche, irriverenti.
Luca per natura era anche un po' pasticcione, disordinato, elegante (guardatelo in una foto di allora, durante una partita di calcio tra colleghi, con un completino da portiere british che neppure il grande Gordon Banks...), qualche volta spettinato come appena sceso dal letto, creativo (ha inventato riviste come Autocapital, Dove, Carnet); ultimamente era impegnato nel rilancio di Qui Touring. Anticonformista, non cercava neppure di nascondere i suoi tanti difetti. Ma Luca era anche altro.
Devo fare un passo indietro. Nel giugno scorso è morto Lamberto Sechi, il nostro maestro di giornalismo.
"Caro Lamberto, mi hai insegnato tutto, nella vita, nei valori, nella professione, perfino a scrivere senza errori Massachusetts.....", così iniziava, con l'affetto di un figlio, il ricordo di quel grande e difficile direttore scritto da Luca nella pagina dei necrologi del Corriere della Sera il 21 giugno 2011.
Massachusetts è notoriamente il nome di uno stato americano; quando il Massachusetts entrava in un pezzo di Luca (e capitava spesso nella rubrica "Periscopio", che aveva un occhio di riguardo per le notizie leggere provenienti soprattutto dagli Stati Uniti) ne usciva regolarmente storpiato: con tre o cinque esse, con una ti, e così via. Il direttore, insofferente alla mancanza di cura anche nei dettagli, s'infuriava. Luca sorrideva e correggeva, pronto a sbagliare di nuovo la settimana dopo. Massachusetts era diventato un divertente tormentone.
Leggendo quelle parole di Luca mi ero un po' commossa. Anche Sechi, direttore dal pugno di ferro, forse si sarebbe commosso e magari divertito. Lo scrissi a Luca. E lui mi ha risposto con questa lettera, rivelando un tratto nascosto del suo carattere che anche chi gli era più vicino forse non conosceva. Ora so di non fargli un torto pubblicandola.
"Grazie Valentina, le tue parole mi fanno tanto piacere, così come le molte telefonate di tanti altri amici. E' incredibile quanto abbia contato Lamberto nelle nostre vite, ed è fantastico: spero che lui in qualche modo nel corso degli anni se ne sia reso conto. Dicevo poco fa a Valeria che tutti noi, o per lo meno tutti quelli che provano gli stessi sentimenti per il periodo passato insieme a Panorama, anche se non ci vediamo o sentiamo, siamo in realtà uniti da un affetto e da una quasi dipendenza reciproca, esterna a tutti gli altri affetti. E' un legame che senti dentro di te immutabile e imperituro. Per questo la scomparsa di Lamberto, così naturale e prevedibile, mi sembra invece irreale e mi ha scioccato come non puoi immaginare. Grazie soprattutto a lui, che ci ha scelto e ci ha permesso di conoscerci e di volerci bene senza dircelo, di rimanere in contatto senza smancerie e ipocrisie così comuni nella nostra professione. Un abbraccio fortissimo, sentito, commosso e grazie ancora". Luca

martedì 3 gennaio 2012

Quando il potere è arrogante e crudele

Tra le voci che fanno dei nostri parlamentari i più pagati d'Europa c'è la diaria, indennità che normalmente viene corrisposta a chi lavora fuori sede. Che cosa ci fa allora la diaria negli stipendi di onorevoli di ogni partito residenti a Roma? Che cosa si aspetta a chiedere loro la restituzione di quanto indebitamente percepito?
L'Inps, per molto meno, non ha esitato a chiedere a un pensionato di Bari il rimborso (5 mila euro in rate da 50 euro al mese) di quanto gli aveva pagato per errore. Il pensionato, che sembra avesse anche altre preoccupazioni, temendo di non farcela si è suicidato.