giovedì 30 gennaio 2014

Accusano Napolitano ma si sono isolati da soli

Luigi Di Maio, grillino e vicepresidente della Camera, a proposito della messa in stato d'accusa del presidente Napolitano promossa dal suo movimento, ha spiegato che tra le colpe di Napolitano c'è quella d'aver isolato il Movimento 5 stelle ignorando milioni di cittadini che l'avevano votato.
L'empeachment seguirà il suo corso, ha replicato tranchant il Presidente della Repubblica.
Isolamento dei grillini? Vedremo come finirà, intanto Di Maio e i suoi amici dimenticano che i primi a volersi isolare sono stati proprio loro, rifiutandosi di trattare per formare un'intesa di governo subito dopo le elezioni di un anno fa. Allora infatti i grillini raccolsero quasi nove milioni di voti di cittadini che volevano che il Movimento della ditta Grillo-Casaleggio diventasse il motore di una svolta radicale e costruttiva per il Paese. Non mi risulta che abbiano costruito qualcosa.

mercoledì 29 gennaio 2014

Flop Fornero. Ma cos'è questa crisi....?

Il bilancio del primo anno della riforma del lavoro firmata Fornero (luglio 2012-giugno 2013) è stato negativo. Lo ha detto il monitoraggio sull'applicazione della nuova legge diffuso in questi giorni dal ministero del Lavoro. Più disoccupati, meno contratti a tempo indeterminato, abuso continuo di contratti atipici, scarso successo dell'apprendistato.
La riforma del lavoro, che era nata avendo come idea di base "una prospettiva di crescita", è stata, contrariamente alle attese dei tecnici, un vero flop. Adesso, per giustificarne il fallimento c'è chi sostiene che, certo, la riforma non è stata molto fortunata perché è partita proprio nel bel mezzo di una crisi economica spaventosa.
Scusate, ma non sapevate che c'era la crisi? E da ben quattro anni!
A che cosa servono i prestigiosi uffici studi, gli osservatori economici, le costose società di consulenza e tutti gli altri possibili strumenti di analisi di una situazione socio-economica eccezionale, come quella della crisi che stiamo vivendo dal 2008, se poi si partorisce una riforma che non ne tiene conto e parte da "una prospettiva di crescita" che purtroppo resta prospettiva?
Certo, il lavoro non si crea cambiando le regole e basta, però usando sapientemente la testa e gli strumenti d'analisi i tecnici avrebbero potuto prevedere che le nuove regole, di per sé talune anche buone, sarebbero state inutili perché non accompagnate da decisioni, anche coraggiose, di politica industriale.

sabato 18 gennaio 2014

Oggi Berlusconi da Renzi: che errore!

Gravissimo (secondo me) errore politico di Matteo Renzi (attento, Matteo, all'ansia da prestazione...): ricevere un Berlusconi tronfio, che neppure una sentenza definitiva ha stroncato politicamente, nella sede del Pd; errore non tanto per il luogo, quanto per la persona.
Oggi alle 16 i due si incontreranno al fine di trovare un accordo sulla nuova legge elettorale (in pratica avrebbero già in tasca l'accordo sul modello spagnolo, preferito dai partiti grandi).
Renzi ha tutto il diritto e il dovere di consultare anche l'opposizione su un tema così importante, ma non avrebbe dovuto fissare questo incontro con Berlusconi. Sarebbe stato politicamente molto più opportuno convocare e trattare con un rappresentante di Forza Italia che non fosse il cavaliere, proprio per non riconoscere a Berlusconi il ruolo che egli stesso continua a pretendere nonostante la condanna (e che i suoi, taluni anche un po' stressati dalla sua eterna incombenza, continuano a riconoscergli).
In questo modo si sarebbero potuti forse ottenere due risultati. Primo: non riconoscere alcun ruolo politico a Berlusconi, pregiudicato per un reato molto grave e in attesa di altri giudizi. Secondo: scatenare una lotta interna a Forza Italia per designare il candidato a sostituire Berlusconi nella trattativa con Renzi, ottenendo per lo meno un ulteriore logoramento dei forzisti.
Così purtroppo non sarà.

mercoledì 15 gennaio 2014

Ma quali attenuanti per Silvio?

Gli avvocati di Berlusconi (Nicolò Ghedini e Piero Longo), presentando il ricorso in appello del loro cliente contro la sentenza di primo grado del "processo Ruby", hanno chiesto per Berlusconi le attenuanti generiche, sottolineando il ruolo pubblico rivestito dal cavaliere per quasi un ventennio come Presidente del Consiglio in quattro governi e come personaggio politico di spicco.
Attenuanti? Aggravanti, caso mai. Chi riveste un ruolo istituzionale a maggior ragione deve tenere un comportamento trasparente e inattaccabile.

sabato 11 gennaio 2014

"Mr Casaleggio....., I presume"

Breve cronaca di uno scambio di battute improvvisato con Gianroberto Casaleggio, ideologo di Beppe Grillo e del Movimento 5 stelle, che ho incontrato casualmente nella mia città; incontro che, per la scarsa visibilità del personaggio (finora ha preferito muoversi dietro le quinte), mi ha ricordato lo stupore di Henry Stanley quando incontrò nella giungla il disperso dottor David Livingstone ("Doctor Livingstone..... I presume").
Milano, 10 gennaio 2014 ore 18.50, via Santa Maria alla Porta 11. Sto aspettando la mia amica Silvia davanti alla pasticceria Marchesi, ho lo sguardo perso nelle vetrine ricche di ogni dolce ben di Dio (perfino la riproduzione in marzapane di due opere di Kandisky, celebrative della mostra dell'artista russo in questi giorni a Palazzo Reale). Mi guardo alle spalle per vedere se Silvia arriva e invece incrocio il sopraggiungere a passo svelto di un signore, bavero rialzato, chioma riccia e lunga al vento. Impossibile non riconoscerlo: è Gianroberto Casaleggio.
Casaleggio va davvero veloce, mi supera ed è già avanti a me circa 30 metri.
Da giovane ho praticato alcuni sport, sono stata anche una buona centometrista. Ma adesso l'età, gli acciacchi..... Però prendo coraggio e parto all'inseguimento. Lo raggiungo, ho il fiatone, ma riesco a pronunciare: "Signor Casaleggio!". Lui si volta verso di me e mormora sorpreso: "Si!?!". Mi sento osservata come si guarderebbe una pazza.
"Mi scusi signor Casaleggio", intanto camminiamo appaiati e l'espressione del suo viso sembra rilassarsi ma sempre un po' sulla difensiva, "da cittadina, lo fate o no finalmente un accordo sulla legge elettorale? La stiamo aspettando da anni....".
"Abbiamo fatto la nostra proposta dopo che la Consulta ha dichiarato incostituzionale il Porcellum.....".
"Già, ma voi da soli non potete farcela.....".
"Andiamo alle elezioni e si vedrà".
"Ma dovrete trovare un accordo, non potete dire sempre di no.....".
"Prima andiamo a votare.....".
"Il Pd adesso si è rinnovato; è diventato un interlocutore per voi?"
"Che il Pd sia cambiato lo dice la televisione.....".
"Ma insomma, che cosa volete?"
"Andare alle elezioni".
Intanto l'ho accompagnato lungo corso Magenta, fin davanti a Palazzo Litta. Sono in ritardo e Silvia ormai mi starà aspettando davanti alla pasticceria Marchesi. Mi piacerebbe continuare questo colloquio anche perché adesso stavo iniziando a "carburare" e avrei potuto fare domande più impertinenti (al momento di cominciare la conversazione non è stato facile cambiare improvvisamente registro e passare di colpo dalla fascinazione delle dolcezze crema e cioccolato di Marchesi alla linea politica dei "grillini"), ma devo tornare al mio appuntamento.
"Grazie, buonasera signor Casaleggio".
"Grazie, buonasera a lei".
Raggiungo Silvia. "Oddio, Silvia, non sai chi ho incontrato.....". "Chi? Il diavolo?". "Più o meno". La prendo sottobraccio a andiamo.
Nella vita professionale ho fatto la giornalista, un lavoro che ti resta addosso anche quando sei in pensione: così, automaticamente, senza accorgermi, mi sono trasformata in citizen journalist. Peccato non aver scattato un selfie (ma selfie è maschile o femminile?) insieme al guru capellone pentastellato col mio smartphone.


giovedì 9 gennaio 2014

"Jobs Act": un suggerimento

Dopo due riforme del lavoro non solo inutili ma dannose (Biagi, Fornero), il Jobs Act di Matteo Renzi (di cui ieri sera sono state comunicate le linee guida) sembra andare finalmente nella direzione giusta, di sicuro per quanto riguarda la giungla contrattuale che affligge milioni di lavoratori, che non possono dirsi disoccupati, ma che certamente non sono occupati a tutti gli effetti, con le stesse tutele e garanzie degli altri (capito Gasparri? Che martedì sera a Ballarò sosteneva che la legge Biagi aveva aumentato l'occupazione? Certo, somaro Gasparri, è cresciuta l'occupazione precaria, con buona pace dei diritti garantiti ai lavoratori dalla Costituzione). Su questo aspetto voglio fare un'osservazione.
L'abuso che l'attuale legislazione consente con l'applicazione fraudolenta da parte di certe aziende di oltre 40 contratti atipici (i più gettonati e convenienti per le imprese sono il contratto a progetto e quello a partita Iva) dovrebbe finire con l'introduzione di un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti e la drastica riduzione delle tipologie contrattuali.
Già, ma come la mettiamo con quelli della "generazione perduta"? Gente che lavora sotto ricatto e ininterrottamente da anni, magari nella stessa azienda, con questi contratti illegali? Lavoratori che hanno 35/40 anni...... Vogliamo dargli il contratto di inserimento e farli ripartire da zero..... a quarant'anni? Giustizia vorrebbe che, nei casi conclamati, fosse loro riconosciuto il periodo pregresso in cui hanno lavorato fianco a fianco con colleghi di serie A. Altrimenti, nel Paese che ha creato gli "esodati", verrebbe congelata, senza speranza di cambiamento, anche la condizione di questi lavoratori "abusati". E allora la lotta alla precarietà e al dualismo nel mercato del lavoro andrebbe a farsi benedire.

domenica 5 gennaio 2014

L'insostenibile leggerezza di Matteo

L'aria nuova che l'arrivo trionfale di Matteo Renzi alla segreteria Pd aveva sollevato soffia ormai come una forte e gelida corrente che può portare più malanni che benefici.
Renzi ha modi ha adolescente un po' bullo che vuole primeggiare tra i suoi compagni per farsi bello con le ragazze, ma ora è al comando del principale partito italiano, "azionista di maggioranza" di un fragilissimo governo di larghe intese, basta con atteggiamenti da Fonzie!
Qualcuno dei suoi consiglieri dovrebbe dirgli che ora non gioca più nella squadretta dell'oratorio di Rignano sull'Arno, il paese dove è cresciuto, ma in quella della politica che ha nelle mani le sorti del Paese.  Insomma, sarebbe ora di fare sul serio per evitare di commettere errori che potrebbero pregiudicare il programma di cambiamento di cui l'Italia ha assolutamente bisogno.
Invece gli scivoloni di Matteo, forse preso da ansia di prestazione, sembrano essere all'ordine del giorno. Per esempio, era proprio indispensabile mettere subito sul tappeto delle urgenze la Bossi-Fini e le unioni civili? Non bastavano, per cominciare, due macigni come la legge elettorale e la riforma del lavoro? Così ha scompaginato le carte e i suoi avversari (dentro e fuori il governo) hanno avuto gioco facile nel mettere subito in chiaro che non sono questi i problemi più urgenti per il Paese.
In effetti, condotte in porto le riforme della legge elettorale e del lavoro, Renzi avrebbe potuto giocare all'attacco anche sui temi sensibili. Così invece diventa forte il rischio che, in un tourbillon di veti incrociati su questo e quel provvedimento, tutto si squagli prima di cominciare e allora, di tutta quella carne al fuoco, resterà solo un acre odor di bruciato.
E poi, la battuta sarcastica "Chi?" riferita al viceministro per l'Economia Stefano Fassina era proprio necessaria in un momento così delicato? Per il bene di tutti spero che Renzi cambi atteggiamento e decida di diventare un politico affidabile: ha voluto a tutti i costi la sfida di mettersi in gioco per il rinnovamento e allora giochi le sue carte senza fare il depositario esclusivo della verità. Prima ascolti, poi decida. Diventando segretario del Pd, Renzi rappresenta tutti gli elettori del Pd e le speranze di una vera svolta democratica e modernizzatrice del Paese. Speranze che non possono più essere deluse.
Col pretesto di quella battuta, Fassina si è dimesso. "Non ci si dimette per una battuta", hanno commentato subito alcuni renziani (Debora Serracchiani, per esempio). Renzi a caldo ha spiegato che lui non sarà mai "un grigio burocrate che non può sorridere, scherzare, fare una battuta".Vero, ma le battute in politica non devono offendere qualcuno (per anni abbiamo stigmatizzato questo vezzo di Berlusconi e del desaparecido Bossi). Se Renzi vuole "rottamare" tutto ciò che in politica sa di superato, deve "rottamare" anche un certo lessico degli ultimi vent'anni che ha inquinato la comunicazione politica riducendola alla stessa stregua di quella da caserma. Un vero innovatore sa cambiare anche il linguaggio.
Dietrologia: i comportamenti di Renzi, dal sapore di campagna elettorale, sono forse segnali di guerra al governo Letta?


giovedì 2 gennaio 2014

La politica può cambiare. E il sindacato?

Il nuovo anno in politica è cominciato all'insegna dell'iperattivismo di Matteo Renzi. Il segretario del Pd ha annunciato per la nuova legge elettorale tre proposte base su cui dialogare (non troppo a lungo, anzi con sollecitudine) con gli altri partiti e una riforma del lavoro (Job act) che semplifichi la giungla di contratti e di norme che paralizzano l'occupazione.
Le intenzioni sono buone. Si aspettano i fatti. Sul lavoro è importante l'interesse che Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, ha già manifestato dando il suo consenso al "contratto unico" di  Renzi. Quasi scontato, in proposito, l'atteggiamento conservatore di Susanna Camusso. La politica del Pd di Renzi sta cercando di imprimere una svolta nelle scelte importanti per il Paese. Riuscirà il maggior sindacato italiano a fare altrettanto al suo interno?