Ci si abitua a tutto, anche alla morte incivile di un padre di famiglia, notizia relegata nelle pagine regionali, mentre dovrebbe occupare tutta la prima pagina e ogni cittadino onesto dovrebbe gridare allo scandalo con tutta la voce che ha.
Quanti lavoratori dovranno ancora morire prima che il governo si occupi, seriamente, concretamente e con equità, della più grave emergenza del nostro Paese? Rilancio dell'economia e lavoro, lavoro e rilancio, questi devono essere gli obiettivi più immediati. Quanti dovranno ancora pagare, nell'indifferenza più totale, il prezzo altissimo di una crisi che, impotenti, hanno dovuto subire mentre chi aveva il potere si trastullava con giochi e giochini, accordi palesi o sottobanco di spartizione di posti ben remunerati nella pubblica amministrazione, schermaglie di una continua e stucchevole campagna elettorale, avendo come unico obiettivo l'abolizione incondizionata dell'Imu? Oppure mentre molti altri cittadini, disonesti, continuavano a mandare i loro capitali in sicuri forzieri all'estero evadendo le tasse? Queste morti indegne di un Paese civile in uno Stato di diritto non avranno mai giustizia. Almeno che non siano morti inutili.
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