In tema di occupazione c'è un nodo che si preferisce far passare sotto silenzio per non ingarbugliare ancora di più una materia così complessa: il problema dei lavoratori con contratti falsi, quindi illegali, anche da molti anni, una condizione che è ben nota alle aziende ma che tocca al lavoratore dimostrare per poter chiedere giustizia. Quale giustizia?
La legge Fornero ha introdotto qualche cambiamento formale, ma la sostanza resta ed è una colossale e reiterata truffa ai danni di chi lavora con contratti atipici (progetto, partita Iva) con continuità, mansioni, prestazioni, orari uguali a quelli dei lavoratori dipendenti.
Un'altra legge fortemente ingiusta, il "Collegato al lavoro" del ministro "socialista" del Lavoro Maurizio Sacconi, e con palesi requisiti di incostituzionalità perché genera inuguaglianza tra lavoratori con gli stessi diritti, impedisce a questi cittadini di impugnare tutti i contratti pregressi fuorché l'ultimo. In questo modo tutti gli anni di lavoro passati non possono essere rivendicati, e costituire anzianità a tutti gli effetti, e al lavoratore resta solo la possibilità di impugnare l'ultimo contratto, magari un contratto di pochi mesi. Ma chi avrà voglia di farlo? Nessuno, perché vorrebbe dire essere licenziati immediatamente. A meno di aver trovato precedentemente un altro posto di lavoro.
Il tema è estremamente impopolare fra le aziende, ma se la legge è uguale per tutti allora a questi lavoratori andrebbe restituito quanto è stato loro sottratto con metodi truffaldini e con continuità.
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