Illustre professore, nell'opera di modernizzazione del nostro Paese che Lei sta portando avanti con i suoi collaboratori, la prego di non dimenticare la soppressione del Festival di Sanremo, retaggio vetusto e subculturale di un'Italia che non c'è più e che la Rai si ostina a proporci per cinque serate della nostra vita. Questo non è servizio pubblico. Lo faccia, per favore, non aspetti che l'Europa ci chieda anche questo. Il telecomando è democratico, è vero, e possiamo usarlo bene. Tuttavia la risonanza di questo evento (tv, radio, web, stampa ne parlano in continuazione prima, durante e dopo) ormai sfugge a qualsiasi tentativo di arginarla e penetra ovunque, anche quando è indesiderata.
Confidando in un sollecito emendamendo al decreto Liberalizzazioni che cancelli questo elemento di arretratezza, le auguro buon lavoro.
Valentina Strada
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