Milano, 20 dicembre, ore 10 circa. Mentre scendo i gradini della stazione Moscova della metro sento urla e forti schiamazzi provenienti dal mezzanino. Sulle scale e sul pavimento del mezzanino, gettati qua e là, berretti, sciarpe, guanti, ombrellini pieghevoli: faccio fatica a scendere evitando di inciampare nella merce di un giovane venditore extracomunitario che, là sotto, sta con le spalle contro il muro e si guarda attorno impaurito. Il mio arrivo coincide -scopro- con le battute finali di una lite furibonda tra un uomo in giaccone scuro, che sbraita come un ossesso contro quel ragazzo, e una giovane donna ("Così noi dobbiamo pagare più tasse, cogliona!"). La donna interviene con coraggio in difesa del ragazzo contro l'energumeno ("Ricordati che noi siamo stati come loro.... Basta con i fascisti. Siamo nel 2019!").
Che cosa abbia innescato questa vergogna non so con certezza, posso intuirlo dallo scenario che ho potuto osservare e da alcuni commenti dei passanti. Per un motivo che non conosco l'aggressore sembra aver afferrato la merce del giovane venditore e averla fatta volare via sulle scale e dispersa nel mezzanino.
Alla scena ha certamente assistito l'addetto ai tornelli dell'Atm, chiuso nel suo gabbiotto. Mentre non si è ancora conclusa la lite che ho descritto, un passeggero, in uscita dai tornelli, si imbatte in quel che sta succedendo e si rivolge alzando il tono della voce all'impiegato dell'Atm. "Ma lei cosa ci fa qui, non vede? Non controlla?", incamminandosi verso l'uscita dalla stazione. Allora l'uomo dell'Atm esce dal gabbiotto e urla con i pugni alzati: "Che cosa vuoi, coglione, vieni qui se hai coraggio....!". Di corsa il passeggero torna verso l'addetto dell'Atm con intenzioni bellicose. Il primo cerca riparo nel suo gabbiotto. Il diverbio si accende, i toni sono di due che starebbero per venire alle mani quando altri passeggeri si mettono in mezzo e lo scontro a poco a poco si stempera.
Nel frattempo, lungo una parete della stazione, il giovane extracomunitario in silenzio cerca di raccogliere la sua mercanzia in un grande sacco giallo; una ragazza lo aiuta; io lo avvicino con spirito di solidarietà.
Quando anche l'ultimo paio di guanti è stato rimesso nel sacco, la ragazza lo estrae e chiede al giovane: "Quanto costano?". Lui, rinfrancato, sorride e risponde: "Te li regalo".
Penso a quando il cuore di Milano era grande. Buon Natale.
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