mercoledì 7 settembre 2011

La vergogna dell'art. 8, e non solo

Ieri la CGIL e centinaia di migliaia di cittadini, sono scesi sulle piazze. Oggi il Senato voterà una manovra blindata. Passerà così senza discussio-
ne l'art. 8, un articolo che non porta alcun contribu-
to in denaro al passivo di bilancio e che, cosa assai più grave, affida la riscrittura del diritto del lavoro a rappresentanti qualunque dei lavoratori e agli imprenditori. Un articolo di una manovra che non contiene provvedimenti per la crescita e il rilancio dell'economia del nostro Paese, un articolo che piace solo al governo e a Confindustria e che rappresenta una vera vergogna per chi l'ha scritto, approvato e imposto a lavoratori sempre più spogliati dei diritti acquisiti, indeboliti contrattualmente, impoveriti da una crisi che dura da alcuni anni, ma che il governo, dopo aver bollato come crisi "psicologica" da combattere con l'aumento dei consumi, ha cominciato a riconoscere appena due mesi fa.
L'articolo 8 farà prevalere i contratti aziendali su quelli nazionali. Intanto, quali contratti aziendali? "Una prima categoria di soggetti abilitati è costituita dalle 'associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale', ma senza alcun accenno ai requisiti di rappresentatività di queste associazioni a livello aziendale", ha detto il giuslavorista e senatore Pd, Pietro Ichino, il 23 agosto nel suo intervento presso la Commissione Lavoro. "Una seconda categoria di soggetti abilitati è costituita dalle 'rappresentanze sindacali operanti in azienda. Senza requisiti di rappresentatività né altra qualificazione, queste rappresentanze aziendali possono essere costituite da chiunque, anche da tre amici al bar. A queste rappresentanze sindacali, senza alcun filtro, viene così attribuito il potere di riscrivere con l'imprenditore l'intero diritto del lavoro. Ma come può il ministro del Lavoro di un Paese civile, membro dell'Unione Europea e dell'Organizzazione internazionale del Lavoro, varare una norma come questa, che conferisce una delega in bianco sull'intera disciplina dei rapporti di lavoro a soggetti del tutto indeterminati?", ha concluso Ichino.
I contratti aziendali permetteranno di licenziare anche senza giusta causa (fatta eccezione, bontà loro, per il licenziamento discriminatorio e quello della lavoratrice in caso di maternità), di tenere sotto controllo audiovisivo i lavoratori mediante l'installazione di impianti negli ambienti di lavoro, di cambiare sede, orari, mansioni, inquadramento dei lavoratori senza il loro consenso, di decidere le modalità di assunzione e anche di trasformazione dei contratti.
E pensare che, prima la Banca d'Italia (Draghi), poi la Banca Centrale Europea (Trichet) avevano ripetutamente chiesto al nostro governo provvedimenti per l'occupazione, a cominciare dalla riduzione della distanza di tutele tra lavoratori garantiti (per quel che può ancora valere oggi questo aggettivo) e non. Ricordo che in Italia i precari sono circa quattro milioni.
La CGIL ha deciso di ricorrere alla Consulta per difendere i diritti dei lavoratori.
Aggiungo una riflessione su un altro provvedimento contenuto in questa disgraziata quarta manovra: l'età pensionabile delle donne.
L'età della pensione per le donne del settore privato sarà innalzata gradualmente, a partire dal 2014, per arrivare a 65 anni nel 2026. "Ce lo chiede l'Europa" è l'insopportabile refrain che, insieme a "non metteremo le mani nelle tasche degli italiani", è sempre più insopportabile. Ma sì, già che ci siamo alziamo pure l'età pensionabile delle lavoratrici anche a 70 anni, in molti casi dopo una vita di faticoso doppio lavoro. Chi pensa alla gestione della famiglia, ai figli, magari anche agli anziani? Gli uomini?
Sembra che la spesa per la pensione sia quella che ha messo l'Italia sul lastrico. Via quindi ad aumenti dell'età. Sì, ma il lavoro? Dov'è il lavoro? Quanti sono i disoccupati, i cassintegrati, i precari che a quell'età contributiva non arriveranno mai? Quanti devono per forza uscire precocemente dall'attività produttiva senza aver raggiunto gli anni di contribuzione necessari?
Smettetela di ingannarci, siete degli incapaci e siete in malafede. Andate via.

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